L’Italia esce dalla Seconda guerra mondiale come una nazione sconquassata dalle terribili vicende che l’hanno attraversata. Ancora più spaccata tra nord e sud, minata al cuore dalle mostruosità del Ventennio fascista, vive una crisi profonda che tuttavia diventa occasione di rinascita: a testimoniarlo i tanti poster che ritraggono quei momenti entrati nell’immaginario di un’intera popolazione, la quale non a caso ama questo genere di stampe da tenere in casa o in ufficio.
Proprio dalle macerie del conflitto, sia dal punto di vista del territorio che sotto il profilo politico, si muove una ventata di rinnovamento. Tutti i partiti tornano protagonisti del dibattito, adeguandosi al quadro europeo che vede in generale la contrapposizione tra una destra cattolica e liberale e una sinistra vicina al comunismo sovietico. Mentre case, città e strade vengono ricostruite, come si vede nei poster che riproducono tante fotografie dell’epoca, un elemento che fino a quel momento era stato basilare nella vita della nazione vede la sua progressiva fine: si tratta della monarchia sabauda, giunta agli sgoccioli complici le nefandezze del re Vittorio Emanuele III.
La data che segna la svolta è il 2 giugno 1946, giorno in cui gli italiani sono chiamati a scegliere tra repubblica e monarchia attraverso un referendum popolare. Il responso dice repubblica per il 54,3% degli elettori, un margine esiguo che tuttavia basta a esiliare i Savoia.
Contestualmente viene creata un’Assemblea Costituente che dovrà scegliere il provvisorio capo di stato e scrivere la nuova Costituzione. Le elezioni politiche forniscono indicazioni sul presente e il futuro dei nuovi governi: a conquistare il favore degli italiani è sempre più la Democrazia Cristiana, un partito di centro-destra che ha l’appoggio della Chiesa e che trova la sua massima forza nel centro-sud. Dominerà per decenni la scena politica, con la sola strenua opposizione del Partito Comunista Italiano.
Il Novecento